Materiale
Informativo
11 anni fa
0 consensi
Segnala Segnala come rilevante - Segnalato rilevante da 0 persone.

I sondaggi per il referendum scozzese: giusti e sbagliati, contemporaneamente

 Parole chiave: 

elezionI / partiti / sondaggi / previsioni / sondaggi pre-elettorali / STATISTICA / scozia/ referendum

Argomenti: 

Società / elezioni / scienza

 A un solo giorno dal voto del referendum sull’indipendenza della Scozia, sono stati diffusi tre sondaggi. Tutti e tre hanno previsto la vittoria dei “no” (come è effettivamente avvenuto): l’istituto Icm per il quotidiano Scotsman, 45% contro 41%; Opinium per il Daily Telegraph, 49% a 45%; Survation per il Daily Mail, 48% verso 44%.

Il risultato è stato 55.3% agli unionisti contro il 44.7% degli indipendentisti. 

 Ebbene i sondaggi hanno contemporaneamente sbagliato e azzeccato il risultato: sbagliato per gli unionisti (un errore tra il 6% e 10%, ben oltre il famoso margine di errore del ± 3%) e azzeccato per i secessionisti.

Inoltre avevano stimato un’affluenza intorno all’80%; ed invece è risultata dell’85% (nuovamente un 5% di errore statistico).

 Perché nessuno ha rilevato questo mezzo passo falso? In fondo lo stesso errore percentuale l’avevano commesso i sondaggisti italiani lo scorso maggio, per le elezioni europee: il PD era stato sottostimato di 7 punti percentuali. Ed invece, in questo caso, si parlò di figuraccia, disfatta, flop e fallimento (http://www.linkiesta.it/blogs/questioni-di-metodo/non-e-vero-che-i-sondaggi-hanno-sbagliato).

 Eppure in entrambe le votazioni i sondaggi hanno rilevato correttamente la tendenza: la vittoria dei “no” e quella del PD.

 Che lezione possiamo trarre?

In primo luogo, i giornalisti, i politici, l’opinione pubblica (e i sondaggisti stessi) non possono chiedere ai sondaggi quello che essi non possono dare: la precisione.

 Secondariamente i sondaggi sono, invece, utili unicamente per rilevare tendenze; e nulla più (e non è poco). E questo i sondaggi pre-elettorali lo fanno abbastanza bene.

 In terzo luogo la legge che in Italia vieta la diffusione dei sondaggi ben 15 giorni prima del voto, può essere un boomerang per la credibilità dei sondaggi stessi. Infatti il 6 settembre (quindi 12 giorni prima del voto) l’istituto YouGov rilevava, per il giornale britannico Sunday Times, che i favorevoli all’indipendenza dal Regno Unito avevano raggiunto la maggioranza: 51% i “sì” contro il 49% dei “no”. Se nel Regno Unito fosse in vigore una legge simile a quella italiana, i giornali avrebbero scritto che i sondaggi scozzesi avevano miseramente fallito la previsione.

 Quando l’Italia diventerà un Paese normale?

Allegati (1)

sondaggi scozzesi.docx

0 consensi
Segnala Segnala come rilevante - Segnalato rilevante da 0 persone.
Nessuna risposta inviata